PREMIO CARPINE D’ARGENTO CORTIFESTIVAL

SELEZIONE UFFICIALE

DIECI CORTI FINALISTI

 

MIGLIOR CORTO IN ASSOLUTO

L’ospite

 Breve motivazione:

Il regista afgano Mohammad Amin Wahidi viene premiato dalla giuria per la sua capacità di restare, con estrema potenza e drammaticità, nelle centralità dell’attualissimo e scottante tema sociale scelto. In bilico tra documentario e narrazione, il Viaggio quasi dantesco del protagonista nella labirintica Venezia, diventa l’esodo di un popolo intero che si scontra contro l’idiozia della mentalità razzista. I due piano sequenza centrali, teatralizzati alla perfezione, sconvolgono e turbano; commoventi e intense le poesie registrate in presa diretta del poeta/attore Basir Ahang. Un piccolo, struggente e potentissimo, atto di denuncia contro le barbarie della cosiddetta “civiltà”. 

 

                                                                       CORTO SECONDO CLASSIFICATO

Nel silenzio

 Breve motivazione:

Il cortometraggio dei registi Lorenzo Ferrante e Matteo Ricca, viene premiato per la sua intensità registica e interpretativa. Il problema sociale è affrontato con coraggio narrativo, dialoghi al minimo e le interpretazioni, molto intense e convincenti, di Lorenzo Demaria e Andrea Tibaldi. Il doppio, la crisi della famiglia e di sentimenti, vengono tracciati in maniera perfetta, grazie soprattutto al lavoro alla regia, asciutta e ricercata e quello alla fotografia di Stefano Spiti: entrambi, sfiorando la video-arte, giocano con i pieni e i vuoti, i concetti di giusto e sbagliato, sano e malato, vita e morte, sfidando lo spettatore a cadere, continuamente, nel dubbio interpretativo.

 

                                                                       CORTO TERZO CLASSIFICATO

Peluquero Futbolero

 Breve motivazione:

Il cortometraggio diretto da Juan Manuel Aragon si muove in bilico tra Buñuel e la migliore tradizione noir, Almodóvar e il cinema surrealista, giocando su attesa e mistero, attualità e satira pungente. Un viaggio vorticoso in una Madrid notturna deserta e pericolosa, tinteggiata della fotografia in bianco e nero di Waldo Capote, che trova, insieme al regista e a due attori in forma super, il modo di raccontare, attraverso la voce di un piccolo barbiere e la sua passione per il calcio, la crisi (morale, sociale ed economica) che attanaglia l’intera Europa. Colonna sonora strepitosa, in salsa jazz, di Fernando Bados.

  

CORTO QUARTO CLASSIFICATO

DinDalò

Breve motivazione:

Il regista Simone Paralovo, usa il ritornello di una nota filastrocca come metafora della vita stessa, come punto di arrivo delle gioie (quello più alto) e punto di ritorno delle sconfitte (quello più basso). L’ “altalenare” della vita, tra passato e presente, diventa scontro generazionale, sospeso nell’ interpretazione sopra le righe di Vittorio Colangeli e Oscar Ferrari.

 

CORTO QUINTO CLASSIFICATO

Game Over 

Breve motivazione:

Il lavoro di Marco Cervelli, grazie a una buona sceneggiatura, una fotografia curatissima e una colonna sonora che spinge all’elettronica, fa sprofondare lo spettatore in una sorta di limbo psicologico/temporale che, complici anche due attori in buona forma, narra, con estrema lucidità, la vicenda di una delle tante “malattie” del nuovo millennio.

 

CORTO SESTO CLASSIFICATO

L’atto folle del signor T. 

Breve motivazione:

Pasquale Cangianoe Luigi De Gregorio narrano il microcosmo del signor T., rinchiuso in una casa di cura, sognando la tanto agognata libertà. Il cortometraggio ha dalla sua un’ottima fotografia, dialoghi ben strutturati e l’interpretazione strepitosa di Ernesto Mahieux. La libertà tanto desiderata si trasforma in prigionia e viceversa: l’atto folle di un “presunto” folle diventa tale solo se osservato da un punto di vista diverso.

 CORTO SETTIMO CLASSIFICATO

Dove il silenzio fa molto rumore

Breve motivazione:

Rita La Gioia dirige, con precisione e cura del particolare, un corto incentrato totalmente sulla potenza del suo messaggio di denuncia: la morte per parto. Grazie alla prova strepitosa di Lando Buzzanca, una convincente fotografia e una narrazione sospesa tra sogno e realtà, la regista regala un film che centra in pieno il suo obiettivo: far riflettere lo spettatore.

 

CORTO OTTAVO CLASSIFICATO

Il ladro di dita

 

Breve motivazione:

Nella Roma illuminata dalla fotografia accecante di Leone Orfeo, si muovono i personaggi del bel film di Pietro De Silva. Il tentativo di comunicare con chi ci sta vicino, il riscoprire il sapore della natura e delle cose semplici della vita, passano per gli occhi dolci del piccolo Giacomo Nasta e del bravo Maurizio D’Agostino, nipote e nonno pronti a tutto pur di salvare il proprio rapporto col mondo.

 

CORTO NONO CLASSIFICATO

Ti vengo a cercare 

Breve motivazione:

Il disagio verso il “diverso” ha gli occhi di ghiaccio di Salvatore Vincenzo Catapano, protagonista del corto diretto da Laura Pepe e scritto da Carlo Dentale. L’azione è al minimo, dominano le immagini e le parole, scagliate come sassate sulla società contemporanea, sfiorando il videoclip. La salvezza ha il sorriso di una bimba persa tra le pietre di una spiaggia: un lavoro che ha il sapore di una piccola, delicata, poesia visiva.

 

CORTO DECIMO CLASSIFICATO

It’s Up To You (Si sta bene anche senza) 

Breve motivazione:

Silvano Plank dirige un lavoro che, dietro la sua apparente semplicità, mischia generi e narrazioni, metaforizzando la trama in sovrapposizioni visive, cambiando continuamente punto di vista, confondendo, proprio come farebbe un allucinogeno, la percezione dello spettatore. Gli occhi della bellissima Michaela Moser sono i fari nella luce accecante dell’abuso delle droghe. Semplice, diretto, preciso: chapeau.

                                                                                                Membro Giuria Tecnica                                                                                                  Critico Cinematografico Pietro Ammaturo 

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